Fobie: da dove nascono e come si possono risolvere
La fobia: paura irrazionale e incontrollabile, che solo apparentemente non ha una spiegazione. Da dove vengono e cosa ci dicono su di noi le nostre fobie.
Ciò che ci sta alle spalle e ciò che ci sta di fronte, sono ben poca cosa rispetto a ciò che è dentro di noi.
(R.W. Emerson)
Un’emozione incontrollabile
La fobia è un timore irrazionale e invincibile per un oggetto o una situazione che, secondo il buon senso, non dovrebbero provocare timore. Si differenzia dalla paura perché non scompare di fronte ad una verifica della realtà, cioè constatando che l’oggetto o la situazioni temuti non costituiscono di fatto un pericolo. Non siamo però di fronte ad un delirio, perché la persona è perfettamente consapevole dell’irrazionalità dei suoi timori, che tuttavia non può controllare.
Nelle fobie, le reazioni di ansia e panico sono legate a specifici oggetti o situazioni, anche se possono manifestarsi non solo in loro presenza, ma anche semplicemente immaginandoli e anticipandoli. Scattano condotte di evitamento volte a rifuggire l’oggetto/situazione temuti, che però limitano la vita della persona, in maniera più o meno significativa.
Fobie diverse, uno stesso meccanismo
Gli oggetti della fobia possono essere moltissimi e svariati: situazioni, ambienti naturali, animali, sangue e ferite, ecc. Solo a titolo d’esempio:
- acrofobia, paura delle altezze
- agorafobia, paura degli spazi aperti o dei luoghi affollati
- aracnofobia, paura dei ragni
- brontofobia, paura dei temporali
- cinofobia, paura dei cani
- claustrofobia, paura degli spazi chiusi
- emofobia, paura del sangue
- eritrofobia, paura di arrossire
- patofobia o ipocondria, paura delle malattie
- pirofobia, paura del fuoco
- rupofobia, paura dello sporco
- zoofobia, paura degli animali
Qualunque sia l’oggetto o la situazione temuta, il meccanismo di base è lo stesso: ciò che ci fa paura è solo un riflesso, uno spostamento di una paura più profonda, che non è nel mondo esterno, ma dentro di noi, perché riguarda emozioni, pensieri o pulsioni intollerabili e di cui non vogliamo prendere consapevolezza.
Cause e meccanismi delle fobie
Quando le emozioni intollerabili o i pensieri proibiti, che potrebbero portare ad una ritorsione punitiva, minacciando di affacciarsi alla coscienza, vengono dispiegati, a livello psichico, tre meccanismi di difesa che, combinati insieme, agiscono in modo potente impedendo l’emergere dei contenuti inconsci:
- spostamento
- proiezione
- evitamento.
Il disagio, la paura, la minaccia, dall’interno vengono proiettati all’esterno, su oggetti relativamente innocui che si caricano di significati ambigui e minacciosi, ma che possono essere più facilmente circoscritti ed evitati. In altri termini, la fobia serve a gestire l’angoscia, spostandola su qualcosa di più accettabile e governabile.
Le fobie sono ricche di significati simbolici, nel senso che le cose/persone/situazioni temute rinviano in modo più o meno deformato all‘impulso inaccettato, a una punizione inconscia per esso o a una combinazione tra i due. L’oggetto fobico può anche richiamare un trauma rimosso o non elaborato.
Gli studi dimostrano come lo sviluppo di una fobia nasca dall’interazione tra una predisposizione genetico-costituzionale e fattori ambientali di stress, come:
- disturbi psichici nei genitori, in particolare depressione, ansia e fobia sociale;
- ansia genitoriale, che trasmette la sensazione che il mondo sia un posto pericoloso;
- manifestazioni esagerate di emotività in famiglia;
- stile parentale iperprotettivo e rifiutante;
- malattia o morte di un familiare;
- separazione da una figura di riferimento importante;
- conflittualità in famiglia;
- umiliazioni e critiche da parte di un genitore o di un fratello maggiore.
Un particolare tipo di fobia è la fobia sociale, cioè la del confronto con gli altri e del loro giudizio. Spesso, le persone con questo tipo di disturbo hanno interiorizzato, cioè messo dentro di loro, rappresentazioni di genitori, fratelli o familiari che criticano, ridicolizzano, umiliano, inducono vergogna e imbarazzo o abbandonano. Queste rappresentazioni, ormai interne, vengono ripetutamente proiettate all’esterno, in persone dell’ambiente che vengono poi evitate, perché percepite come ostili, sprezzanti, minacciose.
A causa della sensibilità caratteriale e delle esperienze infantili avverse, le persone fobiche sono spesso emotivamente dipendenti, anche se concretamente possono essere assolutamente autosufficienti, e la mancanza di autonomia psicologica si manifesta nella paura di agire e quindi nell’immobilismo.
Come affrontare le fobie
Le fobie non sono razionali, dunque nessun argomento logico le può disinnescare. Anzi, affrontarle su un piano logico-razionale non fa che peggiorare le cose, perché allontana dal cuore del problema, cioè l’aspetto emotivo, interno. L’unica strada è comprendere i meccanismi psicologici che ne sono alla base, dunque scoprire ed affrontare le emozioni e le pulsioni che si stanno rimuovendo o negando, spostandole all’esterno ed evitandole ad ogni costo (e il costo è sempre alto).
Un aiuto specialistico è da questo punto di vista estremamente utile e consigliabile.
Psicologa Psicoterapeuta Acilia (Ostia, Infernetto, Casal Palocco-Axa) e Corso Trieste, Roma.
Bibliografia
American Psychiatric Association (2013), Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione (DSM V), Tr. It. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014.
Gabbard G.O. (2007), Psichiatria psicodinamica. Quarta edizione, Raffaello Cortina, Milano.
Galimberti U. (a cura di) (1999), Enciclopedia di Psicologia, Garzanti, Torino.