Perché è necessario essere indipendenti per essere felici
Perché l’indipendenza e l’autonomia sono la chiave della felicità e di ogni vero successo, mentre dipendere troppo dagli altri porta a scelte sbagliate ed insoddisfazione.
La felicità è propria degli <uomini> indipendenti.
(Aristotele)
Tutti in qualche misura dipendiamo dagli altri e le nostre vite ruotano attorno alle relazioni ed agli affetti più cari. Investiamo molta energia nei rapporti e separarsi da qualcuno che per noi è importante può essere senza dubbio molto doloroso.
Quando siamo adulti, però, siamo noi stessi il centro del nostro mondo e impariamo a gestire in maniera autonoma la nostra vita, per questo le relazioni dovrebbero essere un valore aggiunto, non una dolorosa necessità o una trappola da cui è difficile uscire.
Chi ha una “personalità dipendente”, invece, sente una necessità così forte di essere supportato ed accudito da sottomettersi agli altri, da cui desidera ricevere cure, sostegno ed una guida sicura.
Queste persone si sentono indifese e incapaci di gestirsi da sole, mancano di autonomia e fiducia in sé, per questo hanno grandi difficoltà a prendere decisioni senza essere consigliate e costantemente rassicurate. Spesso hanno anche problemi di ansia o depressione.
Temono fortemente la separazione e l’abbandono, per questo tendono a sottomettersi al partner, o alla persona da cui dipendono, addossandogli la responsabilità della loro vita e delle loro scelte.
In generale, evitano di esprimere il proprio disaccordo per paura di perdere la vicinanza o l’approvazione degli altri, poiché dipendono dalla loro valutazione e dal loro sostegno per sentirsi bene e al sicuro.
Chi è dipendente ha grandi difficoltà a fare le cose da solo e a iniziare progetti in maniera autonoma, non per assenza di motivazione o energia, ma per mancanza di fiducia nelle proprie capacità e nel proprio giudizio.
Fa di tutto per ottenere l’approvazione e le cure degli altri, fino ad offrirsi per compiti spiacevoli e a trascurare del tutto le proprie esigenze ed i propri desideri per sottomettersi a quelli altrui.
Coltiva una preoccupazione esagerata di essere lasciato solo e, se una relazione intima finisce, d’amore o anche d’amicizia, ne cerca urgentemente un’altra come fonte di sicurezza, non tollerando la solitudine.
La persona dipendente manca talmente di autostima da pensare di non essere capace di provvedere alle proprie necessità, anche quotidiane, e di risolvere i problemi in maniera autonoma, dunque pensa di non poter “sopravvivere” da sola.
Il rischio è che, per questo, rimanga intrappolata in relazioni insoddisfacenti, che non ha il coraggio di troncare, e che arrivi perfino a tollerare maltrattamenti o abusi.
Inoltre, questo continuo dipendere dagli altri per soddisfare i propri bisogni, non affrontando mai la vita da sola, la rende sempre più vulnerabile, non mettendola in condizione di misurare il proprio valore e dimostrare a se stessa di potercela fare.
Psicologa Psicoterapeuta Acilia (Ostia, Infernetto, Casal Palocco-Axa) e Corso Trieste, Roma.
Bibliografia
American Psychiatric Association (2013), Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione (DSM V), Tr. It. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014.