Usare il pensiero creativo per risolvere i problemi e vivere meglio – Psicologa Roma Acilia Ostia – Psicoterapeuta Infernetto Casal Palocco – Online
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Usare il pensiero creativo per risolvere i problemi e vivere meglio

La creatività non appartiene solo ad artisti e scienziati, ma alla vita quotidiana di ciascuno di noi. Imparare a coltivarla ci aiuta ad essere più liberi e vedere la vita da prospettive diverse.

Niente inaridisce la mente come la ripugnanza a concepire idee oscure.

(E. Cioran)

La creatività è la capacità di vedere le cose da un punto di vista diverso, ma utile alla risoluzione di un problema o al miglioramento di una data situazione. Ha a che fare con il cambiamento di vecchi parametri, modelli, idee e con la creazione e lo sviluppo di qualcosa di nuovo e significativo.

Una soluzione creativa può essere originale, insolita, perfino “strana”, ma è sempre funzionale, tanto da essere apprezzabili e condivisibili dagli altri. Dunque, la creatività ha un valore oltre che sul piano personale, anche su quello relazionale e sociale.

Vedere le cose in un’altra prospettiva

Quando pensiamo a qualcosa di creativo ci può venire in mente una scoperta scientifica o ad un’opera d’arte, ma dobbiamo pensare anche a tutto il patrimonio di creatività che appartiene alla nostra vita quotidiana e la migliora.

Infatti, tutti utilizziamo il pensiero creativo quando adottiamo un approccio nuovo per affrontare un problema o una sfida. Oppure quando abbiamo una intuizione che ci rivela qualcosa di noi stessi o degli altri, cambiando il nostro modo di leggere una data situazione. O ancora, quando usiamo l’umorismo per alleggerire le difficoltà della vita, ribaltando mentalmente i connotati di qualcosa di familiare facendone emergere nonsense e paradossi.

Trovare nuove soluzioni a vecchi problemi

Il pensiero creativo è innanzitutto un pensiero che ristruttura la realtà: i dati alla nostra portata sono gli stessi, ma tutto ad un tratto li vediamo in un’altra ottica, troviamo un nuovo senso e nuove soluzioni.

Pensiamo a quando guardiamo quelle immagini ambigue, che possono essere viste in due modi:

La creatività è quel processo che può aiutarci a passare dalla visione del calice a quella dei volti, o viceversa. Comporta cioè una ristrutturazione dei dati in vista di una nuova visione d’insieme.

La creatività nella vita quotidiana

La creatività nel suo complesso può sembrare qualcosa di misterioso ed indeterminato, appannaggio di artisti e scienziati, ma in realtà non è così. Tutti utilizziamo nella nostra vita il pensiero creativo.

Un esempio quotidiano: stiamo camminando e distratti ci guardiamo attorno, lasciandoci trasportare da un flusso di pensieri indefinito. Oppure guardiamo assorti fuori dal finestrino di un autobus, o ascoltiamo la musica, o ci godiamo il sole in un parco. All’improvviso si accende una lampadina ed ecco la soluzione ad un problema su cui ci stavamo arrovellando da giorni.

Imparare a essere creativi

Se il genio e l’intuizione non possono essere insegnati, il procedimento creativo è alla portata di tutti e può essere appreso ed esercitato. Parlo di “procedimento” perché si possono distinguere delle fasi o passaggi, anche se spesso si susseguono al di fuori della consapevolezza, per cui possiamo erroneamente pensare che la creatività abbia a che fare con un’illuminazione improvvisa, imprevedibile e ingestibile.

In realtà, chi lavora con la creatività sa utilizzarla regolarmente, perché sa come orientare e disciplinare i processi creativi. Una soluzione creativa non viene dal nulla, ma dal fondo di noi stessi, in un integrarsi di processi consci ed inconsci, solo in parte governabili, ma che comunque possono essere orientati ed alimentati.

Vediamo allora quali sono gli ingredienti  e le fasi del processo creativo.

Gli ingredienti della creatività

  • Esperienza e conoscenza

Il presupposto di base per esprimere creatività in un dato campo è avere specifiche esperienze e competenze . Difficilmente se non conosciamo esattamente i connotati di un problema possiamo accedere ad una sua ristrutturazione. Sarebbe come pretendere di comporre una melodia senza conoscere le note!

Dunque, tutto ciò che conosciamo e sappiamo fare è il terreno di coltura del campo della nostra creatività.

  • Passione e costanza

La creatività nasce da una sintonia emotiva, da un’attrazione che è la miccia della curiosità e della dedizione. Dalla passione nasce l’esigenza di fare qualcosa non per obbligo o tornaconto personale, ma per il semplice piacere di farla.

Un altro ingrediente fondamentale è la costanza: l’applicazione per conoscere l’oggetto del nostro interesse nella sua complessità, la forza di tenere duro e non arrendersi di fronte alle difficoltà.

La passione è il sole che brilla sul nostro campo, la costanza l’acqua con cui regolarmente lo annaffiamo.

  • Capacità di usare il pensiero in modo “laterale”

Il pensiero laterale o divergente è caratterizzato dal una logica diversa da quella del pensiero verticale, che raccoglie i dati rilevanti, li analizza e procede in sequenza logica verso un’unica soluzione possibile.

Si applica a problematiche complesse, che non prevedono un’unica risposta corretta. Infatti, tende a produrre tutta una serie di possibili alternative, procedendo in modo fluido e non consequenziale.

E’ un pensiero flessibile, che passa da un compito ad un altro adeguando le sue strategie in modo elastico. E’ olistico, in quanto tende a vedere le cose in modo ampio e trasversale. Riesce così a produrre soluzioni adattive, originali e personali.

 Le fasi del processo creativo

  • Studiare il problema

Per trovare una soluzione creativa ad un problema, è necessario conoscerlo a fondo.

In una prima fase, bisogna immergersi nella questione e studiarla in tutte le sue sfaccettature, raccogliendo il maggior numero di informazione possibili. Non occorre che tutti i dati siano pertinenti e rilevanti, basta che siano potenzialmente utili: più elementi abbiamo più sarà possibile scovare associazioni e punti di vista inaspettati.

Quando si avrà una buona padronanza di tutti gli aspetti della situazione si potrà passare alla fase successiva.

  • Mettersi in pausa

Compiuto il lavoro di studio e ricerca attiva, si passa ad una fase più “passiva”, basata su processi impliciti, che operano al di fuori dalla consapevolezza.

Si smette di ragionare sul problema, distraendosi con altro. Tutti i dati raccolti devono essere lasciati in incubazione. In questo modo, l’inconscio può mettersi all’opera, collegando e rielaborando i dati raccolti.

  • Lasciare la mente a briglia sciolte

Si lascia vagare liberamente la mente aprendosi ad ogni associazione sull’argomento in questione, anche a ciò che sembra lontano dal centro del problema, in modo che anche elementi insoliti possano iniziare ad emergere e connettersi. Bisogna essere aperti e privi di pregiudizi.

Questo è più facile a dirsi che a farsi, perché ci sono diverse trappole in cui possiamo cadere: fissarci su un solo aspetto del problema, percorrendo sempre gli stessi sentieri mentali. Oppure autocensurarci, costringendo i pensieri nel perimetro che riteniamo ragionevole ed accettabile, per paura di cadere nel non senso, nel ridicolo o nel banale. Oppure abbandonare perché frustrati da uno sforzo che sembra senza ricompensa.

  • Accogliere l’intuizione e trasformarla in pianificazione

Non si può precedere quanto tempo ci vorrà, ma se teniamo la mente aperta tutto ad un tratto potrebbe accendersi una lampadina: è il momento dell’illuminazione!

A questo punto, bisogna controllare che la soluzione trovata funzioni e trasformare l’intuizione in un’azione concreta. Rientrano così in campo la razionalità ed il pensiero convenzionale.

Coltivare la propria creatività

Dove c’è una mente aperta ci sarà sempre una frontiera.

(CF. Kettering)

La creatività è una proprietà della nostra mente ed un ingrediente base della nostra vita quotidiana. Possiamo essere più o meno creativi, ma tutti abbiamo una quota di creatività da alimentare e valorizzare.

Le persone più creative sono maggiormente in contatto con se stesse ed utilizzano la propria intelligenza in modo libero e “spregiudicato”. Tendono a perseverare di fronte alle difficoltà, poiché confidano in sé e nella possibilità di trovare alla fine delle soluzioni. Hanno il coraggio di mostrarsi diversi, perché non sono schiavi dei giudizi. Hanno meno paura di sbagliare, poiché non temono eccessivamente le critiche altrui, né il proprio giudice interiore.

Dunque, per pensare in modo creativo è necessario coltivare l’autostima e la libertà dal giudizio.

Psicologa Psicoterapeuta Acilia (Ostia, Infernetto, Casal Palocco-Axa, Eur) e Corso Trieste, Roma.

Bibliografia

Bruner, J., Brown. R.W. (1969), Il pensiero: strategie e categorie, Armando, Roma.

Goleman D., Ray M., Kaufman P. (1999), Lo spirito creativo, Rizzoli, Milano.

Guilford, J.P. (1950) Creativity, American Psychologist, Volume 5, Issue 9, 444–454.

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